Camminando sul marciappiede nel tornare in ufficio dalla pausa pranzo, tra le auto parcheggiate in strada me n’è saltata una all’occhio: aveva un enorme adesivo sul lunotto, di quelli che evidentemente sono fatti per avvisare i tamponatori intenzionali che a bordo non ci sono solo poveri pezzi di merda disgustosi che sarebbero gli adulti, che meritano colli provati da fortissimi colpi di frusta, ma anche teneri e innocenti bambini.
Questo adesivo oltre a essere enorme era pure molto specifico, c’era il disegno di una bambina e la scritta “Chloe a bordo”.
Chloe, capito? Attenzione, tamponatore intenzionale, qui non ci sta mica una Maria Incoronata, una Concettina o una semplice Francesca. È importante sapere chi stai facendo fuori, ed è importante la grandezza dell’adesivo così che tu possa vederlo a una distanza tale da frenare ancora più in tempo rispetto a se hai davanti un’auto con dentro solo una piccola Antonella. Nella fabbrica di adesivi, il proprietario semipelato coi baffi e la punta della cravatta messa tra un’asola e l’altra nella camicia è passato davanti al reparto produzione “Adesivi Chloe”, ha visto il prototipo di adesivo “Chloe a bordo” e ha urlato «Più grande! Più grande, cazzo!».
Dev’essere prevenzione, perché se uno lo legge dopo il tamponamento e si sente in colpa, al papà e alla mamma non cambia niente, e non incide sul risarcimento dell’assicurazione. E poi tante volte dopo un urto di quelli che arrivano a ledere l’integrità fisica del bambino nel suo seggiolone l’adesivo non esiste più.
Immagino quello che ha puntato l’auto davanti a lui, che accelera per andargli addosso ma poi vede l’adesivo e inchioda «Oh cazzo, Chloe!».
È un nome che merita più rispetto, che più probabilmente vorrai non eliminare per continuare a sentirlo tra i componenti di un reality come tra gli inviati di Sky TG24, leggere nel tabellone dello staff di cardiochirurgia del Niguarda come sulla targhetta in petto alla cassiera dell’Esselunga (solo come ingegnere mi suona male: Ing. Chloe, non so).
Ma a parte queste giustificatissime motivazioni, mi ostino a cercare dei perché aggiuntivi a quest’adesivo. C’è quello paraculo, che descrive tutta la famiglia con disegni di papà coi capelli corti dritti, mamma femmina coi capelli lunghi e i [n] bambini, nel quale pur non essendoci scritto, leggi “Siamo una famiglia Pillon-approved” che può salvare gli occupanti da colpi di mitragliatore ai posti di blocco in uno scenario futuro da possibile deriva del Governo Meloni, e posso capirlo. Ma per il resto, non si rischia di apparire troppo autoreferenziali, e quindi statisticamente più antipatici? Ci sono situazioni in cui conviene di più sembrare simpatici: al semaforo, se stai antipatico a chi sta dietro non puoi permetterti manco un decimo di secondo di distrazione quando scatta il verde, ché arriva la strombazzata*. O per un’ora di coda in autostrada, devi sorbirti uno dietro che suona in continuazione ogni volta che tra la tua e la vettura davanti che avanza di pochissimo si forma una distanza superiore a 35 centimetri. Strombazzate che puoi far smettere solo se hai un aspetto minaccioso (fisicaccio o, quello che terrorizza me, arco sopracciliare pronunciato, che fa da portico degli occhi, che trasforma qualsiasi tipo di sguardo in minaccioso. Che però quasi sempre ce l’hanno quelli col fisicaccio. Forse è anch’esso un muscolo che allenano in palestra per farlo crescere) e scendi dall’auto con fare anch’esso minaccioso.
Diverso è in caso di adesivo “Cinquantenne single licenziato per giusta causa per aver cagato sull’auto del capo a bordo” (ci sarebbe da studiare un po’ la grafica del disegno per rendere l’idea di cinquantenne licenziato) oppure “Cinzia – di cui non sono sicuro essere il padre – a bordo”. Si, sono adesivi più prolissi e si rimane comunque autoreferenziali, ma con problemi umani comuni che stimolano solidarietà. Non come quelli che sottintendono “Guardate che nome fighissimo, ideato e riferito al coniuge durante la gravidanza guardando un punto lontano con sguardo e voce sentimentali abbiamo dato alla nostra preziosissima bambina”.
*Gli strombazzatori prendono in antipatia persone diverse rispetto a quelle prese in antipatia dai tamponatori seriali intenzionali.